venerdì 23 novembre 2007

LETTERA A UNA BAMBINO MAI NATO


Una riflessione nell'anniversario della scomparsa di Oriana Fallaci



«Ho sempre amato la vita. Chi ama la vita non riesce mai ad adeguarsi, subire, farsi comandare. Chi ama la vita è sempre con il fucile alla finestra per difendere la vita… Un essere umano che si adegua, che subisce, che si fa comandare, non è un essere umano» (da un’intervista del 1979, di Luciano Simonelli
Lettera a un bambino mai nato

Quest’estate ho letto anche “Lettera a un bambino mai nato” e mi è piaciuto molto.
Il libro è il tragico monologo di una donna che aspetta un figlio guardando alla maternità non come a un dovere ma come a una scelta personale e responsabile. Una donna che vive nel nostro tempo, sola, indipendente e lavora. Il monologo comincia nell'attimo in cui essa avverte d'essere incinta e si pone l'interrogativo angoscioso: basta volere un figlio per costringerlo alla vita? Piacerà nascere a lui? Nel tentativo di avere una risposta la donna spiega al bambino quali sono le realtà da subire entrando in un mondo dove la sopravvivenza è violenza, la libertà un sogno, l'amore una parola dal significato non chiaro.
Questo libro non è quello che uno può pensare e può esserne ingannato, e aspettarsi di assistere allo sfogo femminista di chi vuole fare valere e imporre una posizione. In realtà non è così. Il libro ha il pregio di trattare un tema spinoso come quello dell'aborto lasciandolo però sullo sfondo, facendo emergere, invece, il tema centrale della maternità, che si snoda attraverso il dialogo di una donna con il bimbo che porta.

1 commento:

Gli amici di Georges (Brassens) ha detto...

Come mi piace Oriana Fallaci! Non ho ancora finito da leggere questo libro (per questione di tempo) ma hai ragione: è bello... bellissimo!