martedì 29 aprile 2008

LIBERTÀ E DEMOCRAZIA



Leggendo un’intervista concessa da Oriana Fallaci a Padre Andrzej Majewski, caporedattore della televisione pubblica polacca (Telewizja Polska) ho trovato una frase che mi è piaciuto tantissimo.

Ve la riproduco qui:

“La libertà e la democrazia non si possono regalare come due pezzi di cioccolata. Specialmente in un paese, in una società, che di quei concetti ignora il significato. La Libertà bisogna conquistarcela. E per conquistarcela bisogna sapere cos'è. Bisogna capirla, bisogna volerla. La democrazia, ovvio, lo stesso.”

venerdì 25 aprile 2008

25 APRILE 1945

Questo post l’ho presso di Merenica che molto gentilmente mi ha spiegato cosa è successo il 25 aprile 1945 nell’Italia e per ché oggi festeggiano il giorno de la liberazione.


La "Festa del 25 aprile" era chiamata, fino a qualche anno fa, Festa della Liberazione.Infatti, questa data ricorda la fine del periodo nazifascista e, appunto, la liberazione dell'Italia dalla dittatura di Mussolini (alleato di Hitler) e la vittoria dei Partigiani antifascisti che organizzarono la Resistenza nel centro-nord dell’Italia per riconquistare la libertà e la democrazia.
Proprio il 25 aprile 1945 i Partigiani (con l'aiuto e l'appoggio degli Alleati americani e inglesi) entrarono vittoriosi nelle principali città, liberando l'Italia e gettando le basi per una nuova democrazia.
I Partigiani erano uomini, donne, ragazzi, soldati, sacerdoti, lavoratori, operai, contadini, socialisti, cattolici, comunisti: insomma, gente di diverse idee politiche o fede religiosa, e di diverse classi sociali, ma che avevano deciso di impegnarsi in prima persona (rischiando la propria vita) per porre fine al fascismo e fondare in Italia una democrazia, basata sul rispetto dei diritti umani, della libertà individuale, senza distinzione di razza, di idee, di sesso e di religione. Essi combatterono al fianco di molti soldati provenienti da paesi diversi e lontani (dagli Stati Uniti all’Australia, senza dimenticare Inglesi e Francesi), ma tutti accolti come alleati.
La data del 25 aprile rappresenta perciò un giorno fondamentale per la storia della repubblica italiana, perché rappresenta il culmine del risveglio della coscienza nazionale e civile italiana impegnata nella riscossa contro gli invasori e come momento di riscatto morale di una importante parte della popolazione italiana dopo il ventennio di dittatura fascista.
La Costituzione Italiana attuale, nata dalle idee di democrazia e di libertà degli antifascisti, fu elaborata negli anni successivi proprio da quegli uomini che avevano lottato contro il fascismo. Si dice, infatti, che la nostra Costituzione è figlia della Resistenza antifascista.La Resistenza, disse Sandro Pertini ex presidente della Repubblica, è da considerare “un secondo Risorgimento i cui protagonisti furono le masse popolari”.

Felice giorno a tutti gli italiani!!

giovedì 24 aprile 2008

ESPERIENZA BLOG CORSO 2007-2008


Per me è stata una bellissima esperienza. Non avevo mai fatto un blog e questo d’avere un luogo dove scriver quello che mi passa per la testa mi è piaciuto tantissimo, ancora che non lo legga nessuno. Mi piace di più se ci sono dei commenti ma....

A volte sto facendo qualcosa e, all’improvviso, mi arriva un’idea e vado subito a scriverla. Penso che questo è meglio che lo psichiatra.

La mia amica sempre dice che la Generalitat ci ha lasciato studiare italiano perché è più conveniente per lei che pagare la cura per l’Alzeimer, non so, forse è vero.

D’altro, ho conosciuto d’altri italiani con cui posso scambiare un po’ di cultura, parlare di politica, dei nostri paesi...

Due anni fa non sapevo niente dei politici italiani, né che avevano un presidente della repubblica ed uno del governo, né dei loro senatori vitalizi, né nulla. Adesso non sono un’esperta ma sono più familiare per me.

Ho scoperto che abbiamo tante cose in comune gli italiani e noi, ci assomigliamo tantissimo, fino in TV vediamo le stesse cose.

Boh, cosa posso dire?. Mi piace scrivere nel blog e continuerò a farlo.

Ina: Hai creato un mostro.

venerdì 18 aprile 2008

SANT JORDI




Questo post è per tutti quelli italiani che non sanno cosa si fa qui, a Barcellona il 23 aprile, giorno di San Giorgio (Sant Jordi per noi)

Santo patrono della Catalogna, il 23 aprile (in catalano: diada de Sant Jordi) i catalani festeggiamo tradizionalmente la giornata degli innamorati, in cui le coppie di amanti, ma anche gli amici, genitori e figli, si regalano delle rose e dei libri. Questa tradizione risale probabilmente fino al secolo XV. La festa è molto popolare e, dal punto di vista dei catalani, è anche diventata una rivendicazione della nostra cultura e valori nazionali.

Non è giorno di festa in senso stretto, siccome le attività pubbliche e private funzionano normalmente. Se si vuole scherzare cogli stereotipi si potrebbe dire che per i catalani, considerati grandi lavoratori, un giorno è adeguatamente celebrato solo se si lavora.

È un bellissimo giorno per tutti noi che non celebriamo il 14 febbraio come il giorno degli innamorati, noi festeggiamo Sant Jordi.

È anche un giorno per la cultura ed in tutte le scuole si fanno delle cose culturali.

Così, in Catalogna il 23 aprile è il giorno di San Giorgio, della rosa e del libro: il giorno del Padrone di Catalogna, dell’amore e della letteratura.

È un bellissimo giorno.

domenica 13 aprile 2008

I FIGLI DEL GRIAL

Prima di leggere questo libro veramente non sapevo niente del Medioevo. Sì, avevo letto “I pilastri della terra” ed avevo visto qualche film ma non sapevo niente. Per me il Medioevo era un’epoca oscura e sporca, non so perché, ma era così, con tutti quelli signori feudali, una chiesa corrotta, ed il popolo che moriva di fame e non aveva niente di più che i loro figli.
Questo libro mi ha scoperto un’altro Medioevo

Ho saputo dei cavalieri templari, che furono uno dei più noti ordini religiosi cavallereschi cristiani. L'origine di quest'ordine risale agli anni 1118-1120, successivi alla prima crociata (1096), quando la maggior parte dei cavalieri era tornata in Europa e le esigue milizie cristiane rimaste erano arroccate nei pochi centri abitati. Le strade della Terrasanta erano quindi infestate da predoni e Ugo di Payns, originario dell'omonima cittadina francese della Champagne, insieme al suo compagno d'armi Goffredo di Saint-Omer e ad alcuni altri cavalieri, fondarono il nucleo originario dei templari, dandosi il compito di assicurare l'incolumità dei numerosi pellegrini europei che visitavano Gerusalemme dopo la sua conquista. L'ordine venne ufficializzato, il 29 marzo 1139, dalla bolla Omne Datum Optimum di Innocenzo II e definitivamente dissolto tra il 1312 e il 1314.

Ho saputo dei catari, l Catarismo fu una religione molto attiva in Europa nell' XI, XII e XIII secolo. Aveva le proprie basi nei testi evangelici, e in particolare nel testo di San Giovanni.
I Catari erano cristiani, ma differenti dai cattolici romani per una dualistica interpretazione del mondo. Per essi Dio creava l'eternità e lo spirito, mentre il tempo e la vita materiale erano creazioni del Diavolo. L'anima umana per i Catari era divina. Il corpo era al contrario la prigione dell'anima ed perciò diabolico. Il Battesimo o "consolazione" era l'unico sacramento che veniva praticato dai Catari; esso rivelava all'Uomo la sua natura divina.
Una religione senza chiesa né croce
I preti Catari non erano numerosi, ma molto attivi. Durante l'età dell'oro del Catarismo in Linguadoca, ai credenti era permesso diventare "buoni Cristiani" dopo un lungo percorso religioso, a seguito del quale potevano predicare e celebrare il Battesimo cataro. La loro missione era l'evangelizzazione della popolazione. Furono meglio conosciuti con il nome di "Perfetti". Vivevano tra la gente dei villaggi. Il Catarismo ignorava i luoghi della memoria, chiese o cappelle, rifiutava le decorazioni, le sculture, ma aprivano delle "Case", che erano allo stesso tempo orfanotrofi e scuole.
La povertà come modo di vivere
I "Buoni Cristiani" organizzavano le proprie vite rifacendosi ai principi della Chiesa originaria. Rifiutavano il potere materiale, lavoravano tutti, anche la gente appartenente alla nobiltà; osservavano le "regole della verità" e la castità; non bestemmiavano, non osservavano i sacramenti (o non giuravano?), non uccidevano uomini o animali, non mangiavano la carne. Inoltre, l'assenza di una forte gerarchia sociale e il ruolo importante garantito alle donne che beneficiavano di uno status pari a quello degli uomini, distinguevano i Catari dagli altri Cristiani.
Ho saputo anche dei cavalieri teutonici, è un antico
ordine monastico-militare e ospedliero (cronologicamente il terzo, dopo quelli gerosolimitano e del Tempio) sorto in Terrasanta all'epoca della terza crociata ad opera di alcuni mercanti di Brema e Lubecca per assistere i pellegrini tedeschi.

Dei Nizariti, o Assassini oppure Setta degli Assassini (arabo al-Hašīšiyyūn) furono una
setta militante musulmana (sciita ismailita) attiva tra l'VIII e il XIV secolo
.
Furono attivi per tutto il
Medioevo, ma soprattutto in Persia e in Siria a partire dall'XI secolo, in seguito ad una importante scissione della corrente ismailita avvenuta nel 1094 sotto la guida di Hasan ibn al-Sabbāh, detto "il Vecchio della Montagna", la cui roccaforte fu Alamūt, nel nord della Persia, fra Teheran e il mar Caspio
.
Alla fine del Medioevo praticamente scomparvero, sommersi dal successo del ramo principale dell'ismailismo.

I cavalieri Ospitalieri, Quella dei Cavalieri Ospitalieri o Ospedalieri, nati come Cavalieri dell'Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, quindi conosciuti come Cavalieri di Rodi e in seguito come Cavalieri di Malta, è una tradizione che inizia come ordine ospedaliero
benedettino intorno alla prima metà dell'XI secolo a Gerusalemme, e divenuto, in seguito alla prima crociata, un ordine religioso cavalleresco cristiano dotato di un proprio statuto a cui fu affidata la cura e la difesa dei pellegrini diretti in Terrasanta.

Poi di finire questi 4 libri ho letto tanti d’altri per approfondire e conoscere meglio tutte queste cose. In altro è un bellissimo romanzo, interessantissimo e scritto benissimo.

sabato 12 aprile 2008

AL PEGGIO NON C'E' MAI FINE

Mi piace questa frase, l’ho trovata nel blog di Merenica e mi è piaciuto tantissimo.
Vi posto il discorso di Berlusconi al Colosseo. Sono tutti lo stesso!, Vi è familiare!


lunedì 7 aprile 2008

MAGDI CRISTIANO ALLAM



Il nostro ministro d’interiore si nega a dare protezione della polizia a Magdi Cristiano Allan, che voleva venire in Spagna a presentare il suo ultimo libro.

Mi sembra vergognoso che non mettiamo nessun messo per proteggere quest’uomo sopra il quale ci sono sette fatue di morte.

Sarebbe buonissimo per noi che ammazzerebbero questo personaggio qui, in Spagna. Il delitto di cui è stato fare il battesimo con il Papa.

Avete letto la sua lettera nel corriere della sera?.

Vi la posto qui.

La lettera

«Approdo di un lungo cammino Decisivo l’incontro con il Papa»

Caro Direttore, ciò che ti sto per riferire concerne una mia scelta di fede religiosa e di vita personale che non vuole in alcun modo coinvolgere il Corriere della Sera di cui mi onoro di far parte dal 2003 con la qualifica di vice-direttore ad personam. Ti scrivo pertanto da protagonista della vicenda come privato cittadino. Ieri sera mi sono convertito alla religione cristiana cattolica, rinunciando alla mia precedente fede islamica. Ha così finalmente visto la luce, per grazia divina, il frutto sano e maturo di una lunga gestazione vissuta nella sofferenza e nella gioia, tra la profonda e intima riflessione e la consapevole e manifesta esternazione. Sono particolarmente grato a Sua Santità il Papa Benedetto XVI che mi ha impartito i sacramenti dell’iniziazione cristiana, Battesimo, Cresima ed Eucarestia, nella Basilica di San Pietro nel corso della solenne celebrazione della Veglia Pasquale. E ho assunto il nome cristiano più semplice ed esplicito: «Cristiano».

Da ieri dunque mi chiamo «Magdi Cristiano Allam». Per me è il giorno più bello della vita. Acquisire il dono della fede cristiana nella ricorrenza della Risurrezione di Cristo per mano del Santo Padre è, per un credente, un privilegio ineguagliabile e un bene inestimabile. A quasi 56 anni, nel mio piccolo, è un fatto storico, eccezionale e indimenticabile, che segna una svolta radicale e definitiva rispetto al passato. Il miracolo della Risurrezione di Cristo si è riverberato sulla mia anima liberandola dalle tenebre di una predicazione dove l’odio e l’intolleranza nei confronti del «diverso», condannato acriticamente quale «nemico», primeggiano sull’amore e il rispetto del «prossimo » che è sempre e comunque «persona»; così come la mia mente si è affrancata dall’oscurantismo di un’ideologia che legittima la menzogna e la dissimulazione, la morte violenta che induce all’omicidio e al suicidio, la cieca sottomissione e la tirannia, permettendomi di aderire all’autentica religione della Verità, della Vita e della Libertà. Nella mia prima Pasqua da cristiano io non ho scoperto solo Gesù, ho scoperto per la prima volta il vero e unico Dio, che è il Dio della Fede e Ragione.

Il punto d’approdo La mia conversione al cattolicesimo è il punto d’approdo di una graduale e profonda meditazione interiore a cui non avrei potuto sottrarmi, visto che da cinque anni sono costretto a una vita blindata, con la vigilanza fissa a casa e la scorta dei carabinieri a ogni mio spostamento, a causa delle minacce e delle condanne a morte inflittemi dagli estremisti e dai terroristi islamici, sia quelli residenti in Italia sia quelli attivi all’estero. Ho dovuto interrogarmi sull’atteggiamento di coloro che hanno pubblicamente emesso delle fatwe, dei responsi giuridici islamici, denunciandomi, io che ero musulmano, come «nemico dell’islam», «ipocrita perché è un cristiano copto che finge di essere musulmano per danneggiare l’islam», «bugiardo e diffamatore dell’islam », legittimando in tal modo la mia condanna a morte. Mi sono chiesto come fosse possibile che chi, come me, si è battuto convintamente e strenuamente per un «islam moderato », assumendosi la responsabilità di esporsi in prima persona nella denuncia dell’estremismo e del terrorismo islamico, sia finito poi per essere condannato a morte nel nome dell’islam e sulla base di una legittimazione coranica. Ho così dovuto prendere atto che, al di là della contingenza che registra il sopravvento del fenomeno degli estremisti e del terrorismo islamico a livello mondiale, la radice del male è insita in un islam che è fisiologicamente violento e storicamente conflittuale.
Parallelamente la Provvidenza mi ha fatto incontrare delle persone cattoliche praticanti di buona volontà che, in virtù della loro testimonianza e della loro amicizia, sono diventate man mano un punto di riferimento sul piano della certezza della verità e della solidità dei valori. A cominciare da tanti amici di Comunione e Liberazione con in testa don Juliàn Carròn; a religiosi semplici quali don Gabriele Mangiarotti, suor Maria Gloria Riva, don Carlo Maurizi e padre Yohannis Lahzi Gaid; alla riscoperta dei salesiani grazie a don Angelo Tengattini e don Maurizio Verlezza culminata in una rinnovata amicizia con il Rettore maggiore Don Pascual Chavez Villanueva; fino all’abbraccio di alti prelati di grande umanità quali il cardinale Tarcisio Bertone, monsignor Luigi Negri, Giancarlo Vecerrica, Gino Romanazzi e, soprattutto, monsignor Rino Fisichella che mi ha personalmente seguito nel percorso spirituale di accettazione della fede cristiana. Ma indubbiamente l’incontro più straordinario e significativo nella decisione di convertirmi è stato quello con il Papa Benedetto XVI, che ho ammirato e difeso da musulmano per la sua maestria nel porre il legame indissolubile tra fede e ragione come fondamento dell’autentica religione e della civiltà umana, e a cui aderisco pienamente da cristiano per ispirarmi di nuova luce nel compimento della missione che Dio mi ha riservato.

La scelta e le minacce Caro Direttore, mi hai chiesto se io non tema per la mia vita, nella consapevolezza che la conversione al cristianesimo mi procurerà certamente un’ennesima, e ben più grave, condanna a morte per apostasia. Hai perfettamente ragione. So a cosa vado incontro ma affronterò la mia sorte a testa alta, con la schiena dritta e con la solidità interiore di chi ha la certezza della propria fede. E lo sarò ancor di più dopo il gesto storico e coraggioso del Papa che, sin dal primo istante in cui è venuto a conoscenza del mio desiderio, ha subito accettato di impartirmi di persona i sacramenti d’iniziazione al cristianesimo. Sua Santità ha lanciato un messaggio esplicito e rivoluzionario a una Chiesa che finora è stata fin troppo prudente nella conversione dei musulmani, astenendosi dal fare proselitismo nei Paesi a maggioranza islamica e tacendo sulla realtà dei convertiti nei Paesi cristiani. Per paura. La paura di non poter tutelare i convertiti di fronte alla loro condanna a morte per apostasia e la paura delle rappresaglie nei confronti dei cristiani residenti nei Paesi islamici. Ebbene oggi Benedetto XVI, con la sua testimonianza, ci dice che bisogna vincere la paura e non avere alcun timore nell’affermare la verità di Gesù anche con i musulmani.

Basta con la violenza Dal canto mio dico che è ora di porre fine all’arbitrio e alla violenza dei musulmani che non rispettano la libertà di scelta religiosa. In Italia ci sono migliaia di convertiti all’islam che vivono serenamente la loro nuova fede. Ma ci sono anche migliaia di musulmani convertiti al cristianesimo che sono costretti a celare la loro nuova fede per paura di essere assassinati dagli estremisti islamici che si annidano tra noi. Per uno di quei «casi» che evocano la mano discreta del Signore, il mio primo articolo scritto sul Corriere il 3 settembre 2003 si intitolava «Le nuove catacombe degli islamici convertiti». Era un’inchiesta su alcuni neo-cristiani che in Italia denunciavano la loro profonda solitudine spirituale ed umana, di fronte alla latitanza delle istituzioni dello Stato che non tutelano la loro sicurezza e al silenzio della stessa Chiesa. Ebbene mi auguro che dal gesto storico del Papa e dalla mia testimonianza traggano il convincimento che è arrivato il momento di uscire dalle tenebre dalle catacombe e di affermare pubblicamente la loro volontà di essere pienamente se stessi. Se non saremo in grado qui in Italia, nella culla del cattolicesimo, a casa nostra, di garantire a tutti la piena libertà religiosa, come potremmo mai essere credibili quando denunciamo la violazione di tale libertà altrove nel mondo? Prego Dio affinché questa Pasqua speciale doni la risurrezione dello spirito a tutti i fedeli in Cristo che sono stati finora soggiogati dalla paura.

Magdi Allam
23 marzo 2008

ZAPATERO


Non è gratuito restare seduto mentre passa la bandiera d’un altro paese, paese che vuole bene la sua bandiera, disprezzando così i loro cittadini ed il loro presidente.

Non è gratuito essere l’amico migliore di Hugo Chavez, Fidel Castro, Evo Morales ed Hassan II, tutti grandi dittatori nel loro paese.

Non è gratuito insultare la Merkel o Sarkozy, né non parlare inglese né fare niente per impararlo.

L'educazione è una buona cosa per tutti.

CHARLTON HESTON



È morto Charlton Heston

Vincitore di un Oscar nel 1959 per Ben Hur, è l'indimenticato protagonista de 'I dieci comandamenti', 'Il tormento e l'estasi' e 'Il pianeta delle scimmie'







Charlton Heston

di Diletta Nicastro

Se ne è andato nella notte. Dal 2002 era malato di Alzhaimer. Aveva 84 anni. Si tratta di Charlton Heston, nato a Evaston, Illinois il 4 ottobre 1924. Lascia l'adorata moglie Lydia (erano sposati dal 1944) e due figli, Fraser Clarke e Holly (il primo avuto dalla moglie, la seconda adottata).
Charlton Heston aveva debuttato nel 1941 con il musical 'Peer Gynt' ma subito dopo partí per la Seconda Guerra Mondiale. Il successo al cinema arrivó, quindi, solo negli anni Cinquanta. Il film che lo consacró fu 'Il piú grande spettacolo del mondo' (1952) di De Mille, dove recitó accanto ad uno dei suoi modelli, James Stewart, e attori del calibro di Cornel Wilde, Betty Hutton e Dorothy Lamour.
Dopo aver spaziato tra vari generi: melodramma (Ruby fiore selvaggio, 1952 e Lucy Gallant, 1955), western (Il giuramento dei sioux, 1952 e La freccia insanguinata, 1953), avventura (Furia Bianca, 1954 e Il segreto degli Incas, 1954), commedia (La guerra privata del maggiore Benson, 1955), Charlton Heston viene scelto come il volto 'storico' per eccellenza di Hollywood. E si susseguono per lui i kolossal piú importanti degli Anni Cinquanta e Sessanta: 'I dieci comandamenti' (1956), 'Ben-Hur' (1959 e film per il quale vince l'Oscar come attore protagonista alla sua prima ed unica nomination), 'La piú grande storia mai raccontata' (1965) e 'Il tormento e l'estasi' (1966).
Nel 1968 è il protagonista di uno dei film di fantascienza piú amati di tutti i tempi: 'Il pianeta delle scimmie', , costato alla Fox neppure 6.000.000 dollari e capace di incassarne quasi 33.000.000 (escluso tutto il merchandising e i profitti dovuti ai dvd).
Dopodichè Charlton Heston, pur continuando ad apparire al cinema (Antonio e Cleopatra, 1972, Airpot 75, 1975 e La battaglia di Midway, 1976), torna al suo primo grande amore: il teatro, recitando al fianco con Vanessa Redgrave, Deborah Kerr e Ben Ross.
In tv ha un revival nella stagione 1984-1985 grazie a 'Dynasty' e al suo spinn-off 'I Colby' in cui recitava nella parte del patriarca che dava il titolo al telefilm.
Negli ultimi anni è il narratore del catastrofico-fantascientifico 'Armageddon' (1998) ed accetta di recitare in un cameo del remake de 'Il pianeta delle scimmie' (2001).
Nel 2003, scoperta la sua malattia, si ritira definitivamente.
La sua famiglia, annunciando al mondo la sua morte, ha voluto ringraziare tutti coloro che negli ultimi anni gli sono stati vicino, sottolineando che "Nessuno avrebbe potuto chiedere una vita piú piena di quella che ha vissuto. Nessuno puó aver dato di piú alla sua famiglia, alla sua professione e al suo Paese. Dicendolo con parole sue: 'Ho vissuto una vita meravigliosa. Ho vissuto una vita che sarebbe bastata per due persone'".
Il suo ex-agente Michael Levine ha invece dichiarato: "Se Hollywood avesse un Monte Rushmore (il monte situato nel Sud Dakota ove sono scolpiti i quattro Presidenti degli Stati Uniti: George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln, ndr), il volto di Heston vi sarebbe scolpito sopra.
Era una figura eroica che credo non abbia uguali ad Hollywood oggigiorno".
E allora chiudiamo gli occhi e ricordiamoci di Charlton Heston cosí come il cinema lo ha consacrato, riportando alla mente la sua frenetica corsa con la biga in 'Bern-Hur' o il suo urlo di dolore, rabbia e desolazione quando al termine de 'Il pianeta delle scimmie' scorge quel che rimane della Statua della Libertà…

giovedì 3 aprile 2008

CERCARE LAVORO

Ina, mi sembra che questa lezione per imparare a cercare lavoro non sta attualizzata. Guarda cosa ho trovato nel Blog di Merinica.