lunedì 24 dicembre 2007










Vi auguro a tutti un sereno Natale ed un Felice Anno Nuovo.

martedì 18 dicembre 2007

TU SCENDI DALLE STELLE




Tu scendi dalle stelle o Re del cielo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo.
O Bambino mio divino, io ti vedo qui a tremar.
O Dio beato!Ah!
Quanto ti costò l'avermi amato.
Ah! Quanto ti costò l'avermi amato.

A te che sei del mondo il Creatore,
mancano i panni e il fuoco, o mio Signore.
Mancano i panni e il fuoco, o mio Signore.
Caro eletto pargoletto, quanta questa povertà
più mi innamora, giacchè ti fece amor povero ancora.
Giacchè ti fece amor povero ancora.

Tu lasci del tuo Padre il divin seno,
per venire a tremar su questo fieno;
per venire a tremar su questo fieno.
Caro eletto del mio petto, dove amor ti trasportò!
O Gesù mio, perchè tanto patir, per amor mio...

domenica 16 dicembre 2007

VENEZIA, PADOVA E VERONA

A me piace tantissimo viaggiare. Se il 22 vincesse una manciatina d’euro, di sicuro andrei in un bel viaggio. Prima di tutto andrei a Firenze, Siena, Pisa è Milano, dopo, si vedrebbe.

Quest'estate sono stata a Venezia, Padova e Verona ed ho parlato tantissimo italiano perché a Venezia c’era qualcuno che parlava spagnolo ma a Padova nessuno.
Ci sono tante paste! che il mio vocabolario non arrivava, quando andavamo a pranzare chiedevamo all’avventura, sapevamo che era pasta ma...sorpresa!
Poi siamo andati da città in città sempre in mezzo pubblico, autobus e treno, ed abbiamo dovuto chiedere quante fermate ci sono fino a tale posto, da quale binario esce il treno che va a quale città, e tutto è andato benissimo.

Venezia

La città dei canali!!!.
A me ha deluso un po’, non so che cosa speravo ma non c’era.
Uno deve andare a Venezia per vederla perché i suoi palazzi sono unici ed anche i suoi canali. Non credo che ci sono palazzi del secolo XII e XIII in nessun’altra città del mondo, ed inoltre, il suo stilo veneto-bizantino è unico, ma fare di questo il destino d’un viaggio non so se vale la pena. Voglio dire che tre giorni sono abbastanza per vedere questa città.

Padova



Padova nonostante, mi è piaciuta di più, oltre a Giotto, la basilica del Santo, il Prato della Valle, l’Università, e tante altre cose, là c’è un ambiente molto gradevole, forse perché è una città universitaria, ma è molto piacevole passeggiare per le sue strade. È sorprendente, anche, che c’è tanta gente che va in bicicletta, sebbene è vero che è una regione molto piana, qui a Barcellona la cosa è diversa.


Verona




A Verona sono andata per vedere l’Arena di Verona e questa è bellissima. I suoi paesaggi guardati dall'alto, dal Castello di San Pietro, sono anche bellissimi, ma quello di Giulietta è uno schifo, tantissima gomma americana con bigliettini in quel muro! Ce la facciamo, a vederla,in un giorno.

giovedì 6 dicembre 2007

LA COSTITUZIONE






Oggi celebriamo che 29 anni fa si approvò la Costituzione. A me sarebbe piaciuto di più che la avresti approvato l’8 dicembre, invece del 6 e così, si avresti chiamato “La Concha”, come in un altro tempo abbiamo avuto “La Pepa” ma, scherzi a parte, vorrei rompere una lancia a favore dei genitori della Costituzione, quelli che fecero possibile, 29 anni fa, che adesso siamo un paese democratico con una costituzione decorosa.

Adesso sono comparso molti “chichinavos” apprendisti di politici, quelli chi sono stati nati nella democrazia, in quella che hanno reso possibili i genitori della costituzione, quelli che si sono dedicati a criticarla, quelli che dicono che non gliene frega un cazzo, che non l’hanno fatta loro, e che la cosa migliore sarebbe distruggerla. A tutti loro voglio dire che io ero là quando ha morto Franco, che questo è morto nel letto perché nessuno non l’ha mai sfidato, e che gli Spagnoli, dopo 40 anni di dittatura, abbiamo paura, molte speranze, ma anche molto timore.

Che è stato molto difficile e laborioso ottenere un consenso, quello che oggi non se avrebbe ottenuto mai, per approvare un testo che ha permesso che tutti gli spagnoli porrebbero convivere pacificamente, e che lo hanno ottenuto, con molto sforzo, ma lo hanno ottenuto, compreso Arzallus, che c’era anche lì e che, grazie allo sforzo di tutti, potevamo fare pacificamente una transizione ed approvare una Costituzione. E per tutti questo, la mia generazione, non dimenticherà mai quegli uomini e, principalmente, non dimenticheremo mai a Suárez.
Una volta, in un mitin, un giovanotto ha chiesto a Suárez:
Che cosa hai fatto tu per la democrazia?
E lui gli ha risposto:
Che tu potresti essere qui adesso e chiedermi questo.

domenica 2 dicembre 2007

MIA FIGLIA ALBA

Quell’anno, per l’Epifania, io avevo chiesto una bella bambola, che ridesse molto, fosse tranquilla e molto carina e, eccola!, il 5 gennaio alle 9 della sera, quando i Re Maghi stavano entrando a Sant Joan de Déu, arrivò lei, e di là in più, sempre ha superato da molto tutte le mie attese.

Fisicamente, mia figlia, assomiglia suo padre. É alta e forte, i capelli sono castagni, gli occhi marroni, le labbra grosse, il naso un po’ da patata, le sopracciglia popolate, le mani grandi, insomma, é una bella ragazza, cosa dirò?, é mia figlia. Ma quello che è più bello di lei è il suo carattere.

Da sempre è stata una ragazza molto speciale. È dolce, lavoratrice, responsabile, molto matura, esigente rispetto a se estesa, molto amica di suoi amici...

Adesso è felice ridendo come una matta, e un minuto dopo piange sconsolatamente per qualche insignificanza, ma lei è così, quando soffre, lo fa intensamente, e quando è felice, è intensamente felice.

Inoltre ha tanti pregi, è molto sensibile a tante cose. Ha un dono speciale per la musica, suona benissimo il pianoforte, designa bellissimo, gli animali le vogliono bene...

Noi due sempre siamo state molto unite ed abbiamo condiviso tante cose ma, non so come lo abbiamo fatto, è stato così. Da piccola, quando giocavamo, lei sempre diceva che ricordava quando noi due eravamo piccole e giocavamo. Chi sa, forse in un’altra vita.

venerdì 23 novembre 2007

LETTERA A UNA BAMBINO MAI NATO


Una riflessione nell'anniversario della scomparsa di Oriana Fallaci



«Ho sempre amato la vita. Chi ama la vita non riesce mai ad adeguarsi, subire, farsi comandare. Chi ama la vita è sempre con il fucile alla finestra per difendere la vita… Un essere umano che si adegua, che subisce, che si fa comandare, non è un essere umano» (da un’intervista del 1979, di Luciano Simonelli
Lettera a un bambino mai nato

Quest’estate ho letto anche “Lettera a un bambino mai nato” e mi è piaciuto molto.
Il libro è il tragico monologo di una donna che aspetta un figlio guardando alla maternità non come a un dovere ma come a una scelta personale e responsabile. Una donna che vive nel nostro tempo, sola, indipendente e lavora. Il monologo comincia nell'attimo in cui essa avverte d'essere incinta e si pone l'interrogativo angoscioso: basta volere un figlio per costringerlo alla vita? Piacerà nascere a lui? Nel tentativo di avere una risposta la donna spiega al bambino quali sono le realtà da subire entrando in un mondo dove la sopravvivenza è violenza, la libertà un sogno, l'amore una parola dal significato non chiaro.
Questo libro non è quello che uno può pensare e può esserne ingannato, e aspettarsi di assistere allo sfogo femminista di chi vuole fare valere e imporre una posizione. In realtà non è così. Il libro ha il pregio di trattare un tema spinoso come quello dell'aborto lasciandolo però sullo sfondo, facendo emergere, invece, il tema centrale della maternità, che si snoda attraverso il dialogo di una donna con il bimbo che porta.

mercoledì 14 novembre 2007

DA PICCOLA


Io, da piccola, ero una bimba molto tranquilla e curiosa. Giocavo bene da sola e con i miei fratelli, beh, prima solo avevo un fratello, Isidro, dopo è arrivato l’altro, Joan, ma questo è stato quando io avevo già quattro anni. Isidro sempre mi spiegava, perché io non lo ricordo, che da piccola mi mangiavo le ruote delle sue macchinine e lui si arrabbiava tantissimo perché lui ci teneva molto. Il rapporto con i miei genitori era buono, io volevo molto bene al babbo mio perché era molto carino e giocava sempre con noi, sebbene non aveva molto tempo. Lui sempre diceva che quando avrebbe avuto il primo nipote si sarebbe andato in pensione, ma è morto al poco tempo d’aver avuto il primo nipote, mio figlio Marc. Volevo bene anche alla mia mamma, ma lei non era così affettuosa, aveva un altro carattere, non aveva tanta pazienza, sebbene è vero che lei aveva tre bambini piccoli.

Da me non c’erano animali, nessuno, ci mancava solo questo!. È per ciò che io non avevo l’abitudine di convivere con animali e dopo, quando è arrivata Alba, a chi piacciono tantissimo gli animali, non sapevo cosa fare con lei.

Fisicamente io ero una ragazza alta e magra, ma sempre ero ammalata e quando crescevo mi facevano male le ginocchia, e allora il mio babbo mi faceva un massaggio con un liquido che faceva tantissima puzza, si chiamava Sloan, ma andava bene.

Avevo una cugina che aveva più o meno la mia stessa età e sempre giocavamo insieme, perché abitavamo molto vicino, era come mia sorella.

Infine la mia infanzia è stata un’infanzia felice e la base d’una buon’adolescenza, e anche la base d’una felice maturità.

lunedì 12 novembre 2007

IL RE

«Ma perché non stai zitto e lasci parlare?», tuona Re Juan Carlos di Spagna a Hugo Chávez, il presidente venezuelano con aspirazioni da dittatore democratico.
Lo scontro tra due pesi massimi del mondo latino è avvenuto ieri a Santiago del Cile dove si teneva la XVII Conferenza Iberoamericana, un incontro politico economico per pianificare strategie comuni di investimenti tra i Paesi del Sudamerica.

Al vertice era presente anche José Luis Rodríguez Zapatero. Il diverbio nasce da un botta e risposta tra il premier spagnolo e Chávez. Era l’ultima sessione plenaria, Chávez si lancia in un monologo inarrestabile dove accusa il solito Bush e il suo capitalismo, poi dà del «fascista» all’ex premier José Maria Aznar. A questo punto Zapatero, che siede assieme a Juan Carlos, chiede la parola. «Vorrei ricordare - ha detto Zapatero rivolto a Chávez - che qui rappresentiamo tutti un Paese democratico. Si può anche avere una posizione ideologica perfettamente opposta a quella di Aznar e certamente io stesso non condivido le sue idee, ma Aznar è stato eletto in modo democratico dagli spagnoli e bisogna rispettarlo».

Zapatero non ha ancora terminato la sua replica, che Chávez lo interrompe, lanciandosi in una giaculatoria sulla «liberta di espressione e di opinione». E a questo punto il re di Spagna perde la pazienza e indirizza a Chávez un bel: «Ma perché non te ne stai zitto e lasci parlare il primo ministro spagnolo?».
«Por qué no te callas?», dice letteralmente in spagnolo. Poi, Juan Carlos si alza e abbandona la sala seccato, mentre Zapatero scuote la testa dubbioso.

Del resto, che i leader presenti fossero molto diversi l’uno dall’altro, balzava evidente anche
dall’abbigliamento: gli abiti in giacca e cravatta della maggioranza dei presenti hanno fatto risaltare la camicia bianca con il collo alla coreana del presidente nicaraguense, Daniel Ortega, presentatosi senza la giacca.

Cravatta nell’armadio, nella seduta plenaria inaugurale di venerdì, anche per il presidente boliviano, Evo Morales, e quello dell’Ecuador, Rafael Correa, che però se l’è messa per la cena ufficiale, offerta dalla signora Bachelet. Ma la cena ha registrato un altro fatto insolito e sicuramente inedito per le edizioni passate: un presidente non si è presentato perché ha preferito un partita di calcio.
Mentre Juan Carlos pronunciava il discorso ufficiale, Morales segnava il secondo gol dell’8 a 1 con cui la sua nazionale ha battuto una selezione della scuola di carabinieri cilena.



Non ho né parole ne commento, questo Chavez è un impresentabile. Impresentabile e senza nessun’educazione, che lascerà piccolino a Castro, perché lui, sebbene é un dittatore, ha un’educazione gesuitica, e sa come deve stare in fronte el re o di fronte al Pappa. Questo Chavez non ha né educazione ne niente di niente.


domenica 4 novembre 2007

I BAMBINI

Stavo leggendo Olga, e mi stavo divertendo molto con i suoi pensieri, e mi sono ricordata di questi pensieri che hanno a volte i bimbi e che quando glieli spiegano ci lasciano con la bocca aperta, perché hanno la sua logica ma è una logica cosi speciale che a un adulto non si gli avrebbe mai venuto in mente.
Mio figlio, da piccolo, una volta mi ha spiegato che lui pensava che noi avevamo un sacchetto vicino al cuore e che ogni volta che qualcuno ti faceva un bacio, questo andava nel sacchetto e dopo, quando tu facevi un bacio a qualcuno, il bacio andava via dal sacchetto, e per questo si doveva prestare attenzione e non fare più di baci di quelli che ti avevano fato, perché allora il sacchetto resterebbe vuoto. Io gli ho spiegato che questo non funzionava cosi, che i baci sono infiniti e che quanti più baci uno faceva, più baci aveva nel sacchetto e che si qualcuno non faceva mai dei baci, dopo non sapeva come si faceva e non aveva nessun bacio nel sacchetto.
Un’altra volta mi ha spiegato che non sapeva perché quando qualcuno diceva: Buongiorno, l’altro rispondeva: altrettanto. Perché lui pensava che altrettanto voleva dire che avrebbe buongiorno ancora che nessuno li desiderasse questo, e pertanto, lui pensava che tutti erano molto maleducati.
Sono cosi bellini i pensieri dei bimbi!

venerdì 2 novembre 2007

GRAZIE ORIANA


Quest'estate ho letto quattro libri dell’Oriana Fallaci. Ho discoperto quest’autrice per caso, e mi sono sentito molto identificata con tutto quello che dice in tanti aspetti. Mi sono reso conto che Spagna ed Italia sono due paesi che hanno tantissime cose in comune, tanto nel gusto della gente, come nel comportamento dei loro politici.
Quando parla della reazione che avrebbero avuto i politici italiani se l’11 settembre avesse accaduto in Italia, mi ho sentito assolutamente identificata. Nell’Orgoglio e la Rabbia spiega che i politici italiani sarebbero stati dedicati a criticarsi, mentre negli EEUU tutti i politici, erano del partito che erano, hanno appoggiato al presidente e ai parenti delle vittime fronte ai terroristi.

La trilogia “La rabbia e l'orgoglio”, “La forza della ragione”, “Oriana Fallaci intervista se stessa - L'Apocalisse”, fu scritta dopo gli attentati dall’11 settembre. Prima di tutto rovescia la sua ira contro questi fatti cosi orrendi, e contro la reazione d’alcuni occidentali, che ci sono rallegrati ed hanno detto: “Gli sta bene agli americani”, e poi, ci dona la sua visione nel senso in cui i musulmani sono riconquistando Europa per girarla in quello che lei chiama “l’Eurabia”. I suoi argomenti sono brividi. Lei si rovesciò tantissimo in questa trilogia e nella difesa dell’America che dimenticò la sua malattia ed il suo cancro alla fine la uccise dopo averla finita.

Oriana è stata molto criticata per questi libri, e tanta gente l’ha chiamato razzista ingiustamente ma, secondo me, vale la pena di leggergli, sebbene sia per avere un punto di vista complessivo di questi problemi, disegnato dalla sua cultura e visione dal mondo così grande. Lei fu una donna che, grazie alla sua professione, corrispondente da guerra, aveva viaggiato molto e aveva visto tante cose. Questi libri non furono scritti da un aspetto superficiale né banale, ma della sua esperienza ed la sua conoscenza.
Lei sempre diceva che era una signora all’anticha ma, secondo me, fu una bravissima donna che difese sempre le sue idee senza pensare a quello che altri potevano pensare di lei.
Per tutto questo io le dico: “Grazie Oriana”

sabato 20 ottobre 2007

SORT PRESIDENT

PD/ VELTRONI: CON NOI DELANOE, SCHROEDER, MARAGALL E K.KENNEDY
Contributo a nascita partito da importanti personalità
Roma, 12 ott. (Apcom) - "La nascita del Partito Democratico in Italia è seguita con crescente interesse in Europa e nel mondo e credo sia utile che il percorso costituente che ci attende nei prossimi mesi possa beneficiare del contributo di alcuni importanti personalità politiche internazionali". Così il candidato alla segreteria del Pd Walter Veltroni ha voluto commentare la notizia che il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoe, Pasquall Maragall, Gerard Schroeder e Kerry Kennedy hanno risposto positivamente al suo invito e sono tra i primi che hanno voluto assicurare la loro partecipazione a questo percorso, condividendo gli ideali e i valori del nuovo soggetto politico che si sta costruendo in Italia. Ma anche altri saranno coloro che nei prossimi giorni confermeranno al loro adesione.
"Proprio oggi Gerard Schroeder - ha aggiunto Veltroni - mi ha comunicato il suo interesse e si dice convinto che la scelta di aprire alla partecipazione diretta dei cittadini il momento della scelta del nuovo leader del Partito rappresenti un'esperienza coraggiosa ed innovativa che può essere molto utile anche in altri Paesi d'Europa".
Schroeder ha voluto così motivare la sua adesione: "Veltroni ha definito un profilo del nuovo partito capace di rispondere in modo efficace alle grandi sfide che si presentano nelle nostre società e sarò quindi felice di poter contribuire con le mie idee e i miei valori alla costruzione del programma del nuovo partito democratico".

Oggi Pascual Maragall ha comunicato che soffre d’Alzheimer. È una triste notizia, cosi triste come quando c’informiamo che anche Adolfo Suarez aveva questa malattia. Tutti e due sono stati grandi politici che avevano sempre molto chiara la sua posizione di uomini di Stato, politici di qui sentiamo la sua mancanza.
Mi congratulo della decisione con che Maragall ci ha detto che lotterà contro questa malattia, e da qui li desidero che vinta anche questa battaglia alla che, sto sicura, farà fronte con la stessa serenità con che ha fato fronte a tutte le sfide che li ha offerto la vita.

Sort President.

venerdì 12 ottobre 2007

IL SISTEMA EDUCATIVO SPAGNOLO

”ROMA. Già da quest’anno torneranno gli esami di riparazione nelle scuole. Lo ha annunciato il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, che ha firmato il decreto sulle nuove modalità di recupero dei debiti formativi nelle scuole secondarie superiori.Entro il 31 agosto, o comunque non oltre la data di inizio del nuovo anno scolastico, le scuole dovranno organizzare corsi di recupero (tenuti dagli stessi docenti della scuola o anche da soggetti esterni) egli studenti, al termine dei corsi, saranno sottoposti a verifiche finali per dimostrare di aver superato i debiti scolastici, con promozione o bocciature. Ciò per evitare che vengano promossi alle classisuccessive studenti che hanno insufficienze in una o più materie. “Quarantadue studenti su cento - ha detto il ministro Fioroni in una conferenza stampa – vengono ammessi con debito alla classe successiva, solo 1 su 4 lo recupera, ma gli altri vanno avanti comunque. Sarebbe imperdonabile - ha osservato Fioroni -prendere atto di questa situazione e non fare nulla. Per questo ho deciso di stabilire una data, il 31 agosto, e comunque prima che inizi il nuovo anno scolastico, per accertare di aver colmato le lacune.Le scuole organizzeranno corsi e faranno verifiche anche durante tutto l’anno, ma l’ultima chiamata dovrà essere fatta prima che ricomincino le lezioni: chi ha saldato andrà avanti, chi ha bisogno di più tempo si fermerà”.



Oggi voglio iniziare un dibattito sul sistema educativo spagnolo.
Secondo me abbiamo il peggio sistema educativo europeo e ogni volta che qualcuno prova a fare qualcosa, dicendo noi che è per migliorarlo, diventa più difettoso.

Su la primaria non ho nulla a dire, è abbastanza buona, ma l’ESO è stato l'errore più difettoso che si è commesso nel sistema educativo spagnolo. Da una parte il fatto che si possa andare da un corso all’altro senza avere bisogno d’approvare e, d’una altra, il fatto che sia obbligatorio, ha fatto che invece di fomentare lo sforzo e la eccellenza, abbiamo fomentato la cultura del dolce far niente e la perdita di rispetto a l’insegnante. Il fato che sia obbligatorio fine alle 16 anni, ha fatto che le aule da terzo e quarto d’ESO abbiano diventato insopportabile per insegnanti ed studenti, poiché i ragazzi sono più o meno maneggevoli fine alle 14 anni, dopo già non.
Da un’altra parte siamo stati cosi tempo discutendo su se facciamo due o tre ore de spagnolo, se la religione dove o non essere valutabile, se è costituzionale o non fare che i ragazzi fanno Educazione per la Cittadinanza, è nessuno si è meditato perché i nostri ragazzi sono gli studenti peggiori d’Europa e perché ci sono ogni giorno di meno studenti a quinto di liceo superiore.
Boh! Questo ultimo non é completamente vero, alcuno ha pensato che dovessimo avere un po’ più de studenti in liceo e decidesse che la soluzione é distruggere anche il liceo e lasciare che gli studenti, senza essere promosso gli esami, possono andare da un corso all’altro .
Tutto questo senza parlare de l’insegnamento degli idiomi, ¿come può essere che un ragazzo spenda 15 anni imparando l’inglese e poi finisca la scuola senza sapere inglese?
Signori politici: ¿Ma in quale matrix vivono?

giovedì 4 ottobre 2007

IL VELO NELLA SCUOLA

Articulo de la Vanguardia de 3/10/07

Quim Monzó
Así nos luce el velo


La escuela Annexa de Girona tiene un reglamento interno que establece que no puede haber diferencias entre los alumnos por motivo de raza, sexo o religión. En aplicación de ese reglamento, hace quince días la dirección del centro advirtió a los padres de una niña que no la llevasen a clase con la cabeza cubierta con el velo islámico. La niña –de ocho años– ha estado más de una semana sin ir. Al enterarse, el Departament d'Educació ha firmado una resolución
ordenando a la escuela que la deje ir con velo. Dice el delegado del departamento que ya en una reunión con la dirección del centro le exigió que respetase la decisión de la niña, ya que es ella quien quiere llevar puesto el pañuelo en clase.
¿“La decisión de la niña”? Creer que una niña de ocho años decide por sí misma si quiere llevar o no un velo islámico es mucho creer. Es no saber que a esa edad temprana los hijos son lo que respiran en casa, que las ideas de los padres se propagan acríticamente a través de ellos. Quizá se rebelen –o quizá no– cuando sean mayores, pero suponer que sus decisiones son fruto de un racionamiento libre e imparcial evidencia que el delegado de Educació conoce poco
lo que es un niño.
Si un alumno no puede entrar en clase con salacot o con montera de torero, ¿por qué va a poder entrar con la cabeza cubierta por un velo? Muchos ciudadanos mantienen una actitud pazguata ante este asunto, una actitud que es fruto de un paternalismo de matices racistas, aunque se indignen si se lo dices.
También aquí, entre nosotros, durante siglos las mujeres vestían de negro hasta los pies y llevaban la cabeza cubierta con un pañuelo. Fue precisamente el camino hacia la igualdad lo que hizo que sus hijas y sus nietas se desprendiesen de él. Por cierto: qué pena daban las universitarias que, hace unos años, en las manifestaciones contra la guerra de Iraq, se cubrían la cabeza con pañuelos islámicos, en un gesto de solidaridad que evidenciaba su incoherencia y su
papanatismo. El problema viene de antes de la llegada de los velos. Viene de esos años en los que parecía que, en la escuela, exigir al alumno voluntad –de esfuerzo, de comportamiento, de vestuario– era un autoritarismo inadmisible. Cuánto daño hicieron todas aquellas teorías pedagógicas –“No em diguis senyora Gil, digue'm Laia”– que cimentaron el caos actual. Qué triste resulta aquella “liga de los sin bata” que el dibujante Romeu elevó al sacrosanto altar de la progresía. Con uniforme o bata –igualando democráticamente la vestimenta de los alumnos–
todos aparecen iguales ante la dura realidad del estudio, y el velo no tiene ahí lugar ninguno. Las peculiaridades–políticas, confesionales o de indumentaria– las mostrarán más tarde. Si llega el caso, cuando se subleven ante lo que consideren imposiciones. Criados en el despiporre absoluto, aún nos quejamos de que estas últimas generaciones no sepan encontrar su lugar en la vida ni sepan contra qué rebelarse.




Ho messo questo articolo, benché sia in spagnolo, per incominciare la discussione sopra il velo ed altre abitudini islamiche.
Secondo me, non se dove accettare che le ragazze islamiche vadano con velo alle scuole perché non é una questione d’abitudine né de vestiti. Un velo sopra la testa d’una ragazza islamiche significa che quel individuo non é oggetto di diritto, voglio dire, che ha la metà di diritti che un uomo dalla sua stessa religione e questo no se può consentire in un paese dove c’è una Costituzione che dichiara la uguaglianza tra uomini e donne, in un paese dove sonno accettati i diritti umani, ne in una Europa dove le donne abbiamo lottato tantissimo per raggiungere un minimo da diritti.

mercoledì 3 ottobre 2007

Ciao!!!!!!!!!!!!!!

Ciao amici:

Siamo qui, nel blog. Questo sera divertente.

Ci vediamo.

Aspetto.